giovedì 29 dicembre 2011

La trappola della liquidità

Riportiamo di seguito un interessantissimo articolo pubblicato oggi da DAGOSPIA. Si fa riferimento al famoso fenomeno della “trappola della liquidità”, un meccanismo finanziario che porta alla completa stagnazione dell’economia. L’esempio più clamoroso è quello rappresentato dal Giappone, che si trova in questa situazione da quasi un ventennio dopo la grande crisi che l’ha colpito nel 1990. Toccherà anche a Europa ed Usa?

Bill Gross, fondatore e capo di Pimco, il fondo di investimenti con il più grande portafoglio di obbligazioni al mondo, interviene oggi sul “Financial Times”, e si schiera apertamente contro le politiche recenti delle banche centrali di tutto il mondo, che stanno cercando di far uscire l’Europa e gli Stati Uniti dalla crisi finanziaria a suon di tagli di tassi e “quantitative easing” (per i profani: iniezioni di contanti nel mercato).
Secondo Gross, che è coinvolto in prima persona data la quantità immensa di bond che gestisce, non sono solo i “soldi cattivi a cacciare via i soldi buoni” (come diceva Gresham) ma anche “i soldi a basso costo”, cioè il denaro senza tassi di interesse con cui le banche centrali stanno inondando i mercati per cercare di placarli. Storicamente, gli istituti centrali hanno adottato questo modello: rendimenti via via più bassi stimolano la domanda aggregata e, nel caso dei mercati finanziari, spostano gli investimenti su asset sempre più rischiosi, unico modo per continuare a fare utili.
Stampando denaro e tenendo i tassi a zero, stanno però facendo il contrario di quello che vorrebbero: invece di aumentare la predisposizione al credito, questa si sta restringendo. Gross fa l’esempio del crac di MF Capital, fondo che opera nel suo stesso settore. Se un investitore ha depositato i suoi soldi in una banca d’affari o presso un broker che non solo sembra a rischio (come era MF Capital vista la sua esposizione verso i paesi dell’Eurozona), ma non genera profitti visti gli interessi zero, perché mantenere il deposito? Forse si sentirebbe più a sicuro con una banconota da 100$ sotto il materasso piuttosto che con la stessa somma presso un broker.
I soldi “ultra-cheap” che girano ora stanno davvero facilitando il credito o invece stanno distruggendo la liquidità, facendo fuggire gli investitori e impedendo la ripresa economica?
(Dagoreport dall’editoriale di Bill Gross per il “Financial Times”)

sabato 10 dicembre 2011

IL DECALOGO DEL FOREXTRADER



1. USE STOPS: usate gli stop loss, posizionateli e, cosa più importante, non spostateli, se non per proteggere la vostra posizione, in caso di movimento favorevole del mercato, ovvero in trailing stop per assicurarsi un profitto o un pareggio. L’uso dei trailing stop è sicuramente consigliato, nessun trader si è mai rovinato prendendo un minor profitto. Fa poi parte dell’abilità del trader non posizionare gli stop loss troppo ravvicinati per evitare di essere stoppati prematuramente. Non fate media in perdita se non precedentemente pianificato, non cadete vittima dell’illusione di aumentare in tal modo il potenziale di

recupero … il mercato ha sempre ragione.

2. TRADE WITH THE TREND: cercate di entrare nella direzione del trend a meno di importanti segnali che

confermino un’inversione. Ricordate il motto “the trend is your friend”.

3. STICK WITH YOUR TRADING PLAN: assicuratevi di avere un piano/approccio/sistema/metodo di trading, e rispettatelo categoricamente. Pianificate il vostro trading e tradate il vostro piano (plan your work and work your plan).

4. REMOVE ALL EMOTION: cercate di mettere da parte ogni fattore emotivo mentre fate trading. Operate meccanicamente con poca o zero emozione; questo è molto più facile da dire che da fare, ma l’utilizzo di un piano/sistema (punto 3) di cui vi fidate faciliterà le cose. Alcuni traders posizionano i propri ordini e poi o lasciano la sala trading per una passeggiata oppure ascoltano musica e cercano di rilassarsi; qualunque cosa decidiate di fare, non rimanete seduti davanti al video con gli occhi puntati su ogni singolo pip di movimento se non per operare o analizzare/studiare il mercato. Se la vostra idea è buona e gli ordini sono inseriti nel sistema, lasciategli il tempo di lavorare, non si guadagna niente stando per ore a fissare il video di

un computer.

5. THERE’S ALWAYS ANOTHER MOVE: non piangete su occasioni mancate, ci sarà presto un altro movimento e pertanto un’altra buona opportunità per guadagnare nel mercato dei cambi, liquido e volatile come nessuno. Di nuovo, nessun trader è mai fallito per aver mancato di prendere un movimento.

6. RISK MANAGEMENT: preoccupatevi innanzitutto della salvaguardia del capitale, del livello al quale posizionare lo stop loss; se mantenete un buon rapporto rischio/rendimento, i profitti si cureranno da soli.

7. LET PROFITS RUN: lasciate correre i vostri profitti. Quando siete entrati in un operazione vincente, usate i trailing stops, cercando solo di non lasciarli troppo ravvicinati.

8. NO OUTSIDE INFLUENCES: non fatevi influenzare da estremamente mutevoli fattori esterni per le vostre decisioni operative. Sono proprio le diverse opinioni ed esigenze a creare un mercato, rimanete forti sul vostro trading plan, potrebbero essere gli altri a sbagliarsi. Sviluppate la grande virtù di capire freddamente cosa influenza maggiormente il mercato nelle diverse congiunture.

9. STOP TRADING WHEN YOU ARE WRONG: se vi capitasse di portare una serie di perdite consecutive, sospendete la vostra operatività e rivalutate il vostro approccio di trading. Non cercate di recuperare le perdite subite utilizzando il sistema stesso che le ha generate.

10. STAY HUMBLE: non pensate che il trading sul mercato dei cambi vi possa rendere improvvisamente milionari. Ha sicuramente le potenzialità per portarvi incredibili guadagni, ma è’ un mercato molto duro, che spesso non perdona; costruite mattone su mattone, non siete alle prese con una lotteria.

venerdì 9 dicembre 2011

Mario aiutaci tu.......

L'Eba presenta il conto, le banche italiane necessitano di 15,4 miliardi

L'Eba presenta il conto, le banche italiane necessitano di 15,4 miliardi

L'Autorità bancaria europea ha pubblicato l'aggiornamento degli stress test sugli istituti di credito europei, indicando l'entità dei deficit di capitale a fronte del mark-to-market sui debiti sovrani e di un target di Core Tier 1 ratio del 9%. Il conto per l'intero mondo della banche Ue è pari a 114,7 mld di euro di nuovo capitale. L'esercizio di ottobre aveva evidenziato 14,7 mld di deficit per le principali banche italiane (Unicredit, Intesa, Mps, BP e Ubi Banca), ora è salito a 15,4 mld, più di quello delle banche tedesche (13,1 mld) e oltre il doppio delle francesi (7,3 mld).